L’impegno europeo del Green Deal è un progetto che impegna tutti gli Stati membri ad intervenire a protezione dell’ambiente promuovendo un’economia sostenibile, una mobilità eco-sostenibile per arrivare, in ultimo, ad una transizione energetica a impatto zero in Europa nel 2050. Il 14 luglio 2021 la Commissione Europea ha presentato il pacchetto climatico “Fit for 55” nel quale si stabilisce di raggiungere entro il 2030 gli obiettivi del progetto sopra ricordato, e in particolare la riduzione delle emissioni di gas inquinanti del 55% rispetto alle emissioni registrate nel 1990.
La Fillea Cgil di Roma e Lazio all’interno delle linee guida della Fillea Cgil Nazionale -che ha sottoscritto unitariamente con Feneal Uil e Filca Cisl ad ottobre del 2021 un documento con Federbeton Confindustria proprio sulla decarbonizzazione del settore cemento e la transizione ecologica- e, in sinergia con la Cgil di Roma e Lazio sollecita le Amministrazioni comunali e la Regione Lazio a fare la loro parte a livello politico. Tendere alle emissioni zero non può, infatti, prescindere dal fatto che gli impianti industriali afferenti al settore Edile e ovviamente anche all’industria dell’acciaio, della chimica per le fonderie etc., che utilizzano ancora combustibili fossili per generare energia devono investire, parte dei loro corposi introiti, in tecnologie innovative per produrre sempre meno sostanze inquinanti: questo a beneficio dell’ambiente, dei lavoratori interessati e della popolazione tutta.
Le norme UE sulle emissioni industriali interessano, infatti, oltre 50.000 grandi impianti industriali che sono responsabili di oltre il 50% delle emissioni totali in atmosfera di ossido di zolfo, metalli pesanti e altre sostanze nocive, di circa il 40% dell’emissione di gas serra e di circa il 30% degli ossidi di azoto e delle emissioni di polveri sottili.
Questi dati non riguardano solo il Lazio, siamo tremendamente in ritardo sulla tabella di marcia anche a livello nazionale. Bisogna considerare che, per rimanere nel Bel Paese, l’industria del cemento ad esempio per specificità intrinseche legate al particolare processo produttivo, rappresenta uno dei settori più energivori nell’ambito del comparto manifatturiero nazionale, contribuendo in modo consistente ad alterare il sistema climatico per le emissioni che produce. Risulta evidente, quindi, che si debba intervenire in maniera sinergica con tutti gli attori in gioco ma anche con fermezza e il più rapidamente possibile a tutela dell’ambiente e delle persone.
Esistono resistenze enormi da parte dei colossi mondiali che producono combustibili non green, ci sono interessi economici incredibili al riguardo ma se è vero, come è vero, che siamo ad un punto di non ritorno in tema di cambiamento climatico -il surriscaldamento a cui assistiamo da circa 150 anni produce effetti nefasti ed è anomalo perché innescato proprio dall’uomo e dalle sue attività produttive, come evidenziato dalla comunità scientifica-, ognuno deve fare la propria parte per invertire questa deriva e combattere l’inquinamento.
E, noi che ci occupiamo di lavoro ma anche di temi sociali non facciamo eccezione. E’ anche nostro compito, nostra responsabilità il benessere sia ecologico che sociale ed è per questo orientiamo la quotidiana attività sindacale su temi ambientali per contribuire fattivamente a cambiare questo stato di cose, per garantire un futuro migliore a tutti noi ma soprattutto alle prossime generazioni.Promuovere iniziative, dibattiti e convegni specifici con le Imprese, la Politica, le Associazioni ambientaliste e dei cittadini sono alcune delle azioni che svolgiamo per dare il nostro contributo affinché gli obiettivi dell’Agenda europea si consegua, nel convincimento profondo che la via green verso la transizione ecologica non debba restare solo un titolo.
